Gazzelle, OK: la recensione del terzo album del cantautore Flavio Pardini, uno degli artisti di maggior talento della scena cantautorale indie romana.
Per qualcuno il secondo album è il più difficile nella carriera di un artista. Ma il terzo non è meno delicato. Gazzelle, dopo il successo a sorpresa di Superbattito, sull’onda dell’exploit indie, e del successivo Punk, era chiamato alla prima vera prova da Big della nostra canzone. E non ha fallito, pur senza osare eccessivamente e anzi piegando il proprio stile a un mercato che ormai guarda molto ai social e a un certo mondo economicamente molto conveniente, a discapito dell’espressione artistica.
Gazzelle, OK: la recensione
Una volta c’era l’indie pop, detto anche Itpop. Oggi definitivamente pop. Non a caso, dai primi passi dei Cani di Niccolò Contessa e di Calcutta, oggi è talmente mainstream da confrontarsi con la tradizione di Sanremo (oltre che con i mostri da streaming della scena trap). E questo è da tenere a mente.
Dopo i successi dei precedenti dischi, Gazzelle era chiamato a confrontarsi con il peso dei numeri. Numeri che d’altronde erano stati confermati anche dai primi singoli estratti, come Destri. Per non fallire non si poteva rischiare. E allora ecco che in OK troviamo ciò che ci si poteva aspettare: un figlio diretto di Punk, ma con un’apertura in alcune canzoni verso sonorità che possono piacere al pubblico più giovane, musicalmente affini alla trap pur senza trasformarlo in un trapper. E ritornelli a prova di Instagram Stories.
E in tal senso la presenza di tha Supreme come unico feat dell’album non è per nulla casuale. Anche se, va detto, i mondi del producer di 23 6451 e di Gazzelle non sembrano amalgamarsi con grande naturalezza. Ad ogni modo, Pardini si discosta quasi del tutto da quell’immaginario britpop e indie anni Novanta che pure lo aveva contraddistinto dai primi tempi, si traveste da cantautore pop a tutti gli effetti e si diverte con testi di stampo adolescenziale e post-adolescenziale, ma scritti con la penna piuttosto originale e riconoscibile che ha sempre mostrato.
Una penna che si fa apprezzare e che diventa la vera unione tra brani musicalmente di differente estrazione. Al di là dell’esplosione di Destri, la sua canzone più famosa finora ma anche uno dei brani più interessanti della musica cantautorale contemporanea, resta comunque un album di passaggio, non la sua vera prova di maturità. A 31 anni compiuti è lecito aspettarsi un minimo di coraggio in più. Sarà per il prossimo disco.
OK: la tracklist
1 – Blu
2 – Destri
3 – GBTR
4 – Però
5 – Lacri-ma
6 – OK
7 – 7
8 – Belva
9 – Coltellata (feat. tha Supreme)
10 – Scusa
11 – Un po’ come noi
Top: Destri
Voto: 7-
Di seguito il video di Destri: